martedì 9 febbraio 2010

L'uomo che ha fermato il tempo...

Lo sport, ogni sport, vive di emozioni, di storie, di imprese, di persone.
Tutto sommato un gesto tecnico è nulla senza i sentimenti, i sacrifici, qualche volta la sofferenza che lo accompagna.
Ci capita di vedere un grande giocatore e pensiamo alla sua infanzia povera, allo sport come rivalsa, come strumento per aggiustare un destino sgarbato. Leggiamo delle imprese di un famoso alpinista e rivediamo le foto - magari in bianco e nero - di un'epoca eroica in cui la tecnologia non esisteva e l'uomo era in qualche modo nudo di fronte alla potenza della natura.
Tutte le imprese sportive e di avventura sono prima di tutto dei viaggi dentro noi stessi, nella dimensione più profonda del nostro essere uomini, limitati entro un arco temporale non infinito, in cui vogliamo lasciare un segno o semplicemente dare un senso a quelo viaggio straordinario che si chiama vita.
Potrà sembrare anacronistico o un pò snob, ma credo che il vero senso dello sport sia nella sua dimensione interna, non tanto e non solo nel "risultato assoluto".
Questo è il motivo per cui adoro i racconti di imprese sportive o d'avventura.

Così mi capita, qualche volta, di leggere o sentire storie che mi emozionano. E questa è una storia emozionante.
E' la storia di un uomo, Marco Olmo, che alla "veneranda" età di quasi sessant'anni ha saputo compiere imprese incredibili. Nel suo carniere troviamo alcuni dei trails o ultratrails più duri al mondo: vincitore per tre volte la Marathon des sables, per sei volte del Cromagnon, per non parlare dell'Ultra Trail del Monte Bianco , vinto due volte, l'ultima nel 2007, battendo i più grandi campioni del mondo sulla specialità, compreso quel Dean Karnazes autoproclamatosi "ultramarathon man" a cui il nostro Olmo ha rifilato un'ora di distacco...

No, non è americano e non calza l'ultimo modello di scarpe con microchip, è una persona apparentemente "normale", chi lo ha conosciuto dice molto schivo. E' piemontese, di origini umili (se questo per voi conta qualcosa) e nei suoi occhi potrete leggere, se vorrete, migliaia di chilometri di boschi, montagne, sentieri. Forse scorgerete albe, tramonti, paesaggi mozzafiato ...
Così mi sono enozionato leggendo questo articolo de La Stampa.
Sul tubo trovate anche il trailer di un film recentemente realizzato sulla sua storia, anch'esso molto bello: Il corridore - trailer.
Qui invece trovate un'intervista a Marco link.
Sul sito di PlanetMountain c'è anche un bell'articolo sull'impresa dell'UTMB del 2007, a questo link.
Come appassionato, sono grato a lui ed a chi ci ha fatto conoscere la sua storia.